Un progetto antropologico tra teatro e memoria

La casa della Memoria. Cagliari 1943 è un progetto avviato nel 2006 dal Cada Die Teatro in collaborazione con la cattedra di Antropologia culturale dell’Università di Cagliari e col sostegno della Fondazione di Sardegna e dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico (ISRE).
La casa ospita oltre 130 testimonianze di chi ha vissuto le tragiche giornate dei bombardamenti da parte dell’aviazione degli Stati Uniti d’America quando la città venne quasi completamente rasa al suolo. Contiene, inoltre, le immagini di alcuni spettacoli del Cada Die Teatro strettamente legati alla ricerca antropologica.

Spesso nei momenti di grande paura una battuta ironica può aiutare a scaricare la tensione. La condivisione di un sorriso, anche se solo per pochi secondi, allontana il terrore di morire sotto le bombe.
Considerato che il 17 febbraio la maggior parte delle persone muore dissanguata dagli spezzoni, venerdì 26, all’arrivo delle Fortezze Volanti, i cagliaritani corrono verso i rifugi o cercano riparo all’interno delle abitazioni. Stavolta però le bombe delle Fortezze Volanti colpiscono gli edifici e molti cagliaritani muoiono sepolti sotto le loro case.
È una bella domenica di sole. La mattina, in tanti, dopo il terrore dei bombardamenti dei giorni precedenti, decidono di uscire di casa per fare una passeggiata sul lungomare di via Roma o andare a Messa. Le Fortezze Volanti arrivano all’improvviso, dal mare. Oscurano il cielo. Quasi tutti non hanno neanche il tempo di cercare riparo.
Tutti ricordano l’uso massiccio della propaganda incentrata sull’immagine di Mussolini e sulle sue parole. Nessuno può metterle in discussione perché “Il duce ha sempre ragione”. Il culto della guerra, dell’espansione coloniale e della fertilità viene inculcato in bambini e bambine: “eravamo tutti imbottiti delle frasi del duce”.
Se ne parla sottovoce. Chi ascolta Radio Londra sa di correre un grande pericolo. Eppure anche a Cagliari sono numerose le persone che durante la dittatura fascista non rinnegano le proprie idee. Alcuni “bambini del 43” ricordano l’arresto del proprio padre o di propri parenti ritenuti “nemici del regime”.
Molti animali domestici, cani, gatti e uccellini, sfollano insieme alle famiglie cagliaritane in diversi paesi dell’isola. Altri, a malincuore, vengono abbandonati nella città distrutta. Molti racconti ci fanno capire le paure e le sofferenze di tanti animali che spesso finiscono nelle polpette e negli spiedini dei cagliaritani affamati.