Un progetto antropologico tra teatro e memoria

La casa della Memoria. Cagliari 1943 è un progetto avviato nel 2006 dal Cada Die Teatro in collaborazione con la cattedra di Antropologia culturale dell’Università di Cagliari e col sostegno della Fondazione di Sardegna e dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico (ISRE).
La casa ospita oltre 130 testimonianze di chi ha vissuto le tragiche giornate dei bombardamenti da parte dell’aviazione degli Stati Uniti d’America quando la città venne quasi completamente rasa al suolo. Contiene, inoltre, le immagini di alcuni spettacoli del Cada Die Teatro strettamente legati alla ricerca antropologica.

Dal giugno del 1940, aerei francesi e inglesi, di notte, sorvolano la città. Sono piccoli bombardamenti che suscitano più che altro curiosità. Nelle case ci si prepara alla guerra proteggendo i vetri delle finestre con strisce di carta per evitare che si frantumino in caso di forti esplosioni. In tanti si recano in viale Bonaria a vedere i danni causati dalle prime incursioni degli aerei francesi.
Dal 1940, al suono degli allarmi, bisogna correre verso il rifugio più vicino. Si tratta di grandi gallerie come quelle dei giardini pubblici o di viale Merello, di piccoli seminterrati condominiali o di cunicoli scavati appositamente dopo l’inizio della guerra. Una delle frasi ricorrenti nei racconti è: “Avevamo paura di fare la morte dei topi!”
Un nuovo termine entra a far parte del vocabolario cagliaritano: “gli spezzoni”, pezzi roventi di acciaio che, a differenza delle bombe, invece di esplodere, partono in orizzontale a un metro da terra per ferire, tranciare, mutilare. In tanti raccontano che il 17 febbraio da via Sant’Efisio scendeva giù un fiume di sangue…
Alcuni ordigni inesplosi finiscono nei cortili. In diverse abitazioni le bombe attraversano palazzi creando voragini dal tetto sino alle fondamenta. Diversi testimoni hanno sottolineato che la loro stanza o i loro appartamenti sono stati miracolosamente solo sfiorati da una bomba che ha distrutto ciò che c’era a fianco. In un gran numero di racconti si attribuisce “Il miracolo” a una statuetta della Madonna o all’immagine di un Sacro Cuore di Gesù che avrebbero risparmiato una camera da letto o un’intera abitazione.
Di notte, dopo il suono delle sirene che annunciano l’arrivo degli aerei nemici, molti ragazzini, di nascosto dagli adulti, salgono sui tetti per vedere la città che si illumina al lancio dei bengala. Dopo lo spezzonamento del 17 febbraio sono sempre meno coloro che hanno voglia di assistere a quel tipo di spettacolo…
Dopo i bombardamenti delle Fortezze Volanti, nel febbraio del 1943, il suono degli allarmi scatena in tutti il terrore, la paura prevale sull'incoscienza iniziale.