È l’argomento che è comparso in quasi tutte le testimonianze. Tanti cagliaritani, che non sono mai andati in campagna alla ricerca di bietole, cicoria o finocchietti selvatici, diventano grandi conoscitori della nostra vegetazione commestibile. Nascono ricette frutto della fame e della fantasia: dalle minestre con molte erbe e minuscoli pezzetti di pane nero, ai fiori di campo cucinati col sangue di bue. “Ita cosa bona chi fiat!”